Smart Working, Home Working o Remote Working?
Vorrei tornare a parlare di Smar Working dopo le dichiarazioni del ministro Brunetta che, riferendosi alla Pubblica Amministrazione lo ha definito: “la risposta emergenziale al lockdown, senza contratto, senza obiettivi, senza tecnologia e senza sicurezza. In pratica è un lavoro a domicilio all’italiana“.
Un intervento che è stato ampiamente criticato da tanti ma che in alcuni aspetti mi sento di condividere. Perchè in Italia siamo tutti diventati esperti e amanti dello Smart Working senza probabilmente conoscerlo e quando una cosa non la conosci può anche scambiarla per qualcosa a cui assomiglia.
Provo a fare alcune considerazioni, ovviamente personali e senza pretendere di fornire assiomi assoluti:
– Portare il computer e lavorare da casa non è Smart Working
– Deviare la linea telefonica dall’ufficio alla casa al mare non è Smart Working
– Fare la riunione delle 17 con Zoom avendo come sfondo le montagne del Trentino dove sei in vacanza non è Smart Working
– Salvare i dati della contabilità sul disco esterno e inserire le fattura da casa durante il weekend non è Smart Working
– Rispondere alle e-mail mentre si sta facendo il tapis roulant in palestra non è Smart Working
Secondo la mia personale opinione la questione è che in Italia si ha ancora la cultura del lavoro basata su orario e luogo di lavoro. E’ proprio nel comune parlare delle persone: “a che ora esci?”, “che orario fai?”. “che tram prendi per andare in ufficio?”, “a che piano è il tuo ufficio?”, “c’è un parcheggio vicino al tuo ufficio?”, ecc. ecc.
Per questo motivo ogni cambiamento di luogo e di orario diventa una rivoluzione e diventa Smart Working. Ma lo Smart Working, ed il lavoro in generale, è qualcosa di più rispetto a luogo e orario? Qualcuno ha aggiunto “gli strumenti” e quindi se l’azienda ti fornisce il computer per lavorare a casa allora è Smart Working.
Io e molti colleghi del mondo digitale ci siamo sentiti chiamati in causa perchè questo è un settore dove il concetto di Smart Working è molto utilizzato e, se pur un maniera minore, concretamente realizzato.
Ma cos’è realmente lo Smart Working? Secondo me è un modo diverso da lavorare dove gli elementi tradizionali (orario, luogo, retribuzione, obiettivi, team, strumenti, ecc) sono tutti messi in discussione. E lo Smart Working c0sì comcepito può adattarsi alla rigidità contrattuale del lavoro a tempo indeterminato ed in particolare alla Pubblica Amministrazione?
Credo che per semplificare si stia usando, almeno in gran parte della comunicazione, il termine Smart Working come fosse un sinonimo di Remote Working o di Home Working che sono però cose profondamente diverse. In particolare gran parte delle persone che mi dicono di essere in Smart in realtà sono in Home Working, stanno facendo lo stesso lavoro, con lo stesso orario, con gli stessi strumenti portati dall’ufficio, con gli stessi obiettivi ma invece di essere in ufficio sono a casa. Cambia “soltanto” (che non è poco) il luogo di lavoro non il lavoro.
E quindi se Brunetta avesse ragione?
E se il “vero Smart Working” fosse una cosa adatta solo a forme di lavoro “moderne” e fuori dalle rigidità contrattuali attuali (e fuori in gran parte anche dalla tutele giuslavorative)?
Ho raccolto alcuni articoli e post che ho trovato in rete e li condivido per una riflessione comune:
Workation: quando lavoro e famiglia si fondono. Un interessante intervento di Miriam Belpanno sulla tendenza di spostare il proprio lavoro in luoghi di vacanza o luoghi al momento “desolati” con tutte le implicazioni positive nel rilancio urbanistico e sociale di questi territori. Argomento che sta interessando anche le catene internazionali come Best Western e Apitour https://smartworkingmagazine.com/workartion-lavoro-vacanza/
F.O.R. Working (Flessibilità, Obiettivo, Risultati): una nuova modalità di lavoro? https://www.linkiesta.it/2021/07/for-working-sasol-italia/
Smart Working, Remote Working, YOLO Generation: tanti spunti in questo interessante intervento di Matteo Sola: https://spremutedigitali.com/come-costruire-un-futuro-ibrido/
JOMO: la gioia di essere disconnesi. L’altra “faccia della medaglia”, il diritto di potersi disconnettere dal proprio lavoro sta diventando un “diritto negato”?: https://www.vanityfair.it/benessere/salute-e-prevenzione/2018/07/17/jomo-gioia-essere-disconnessi?refresh_ce=
REMOTE WORK JOB: una ricerca, segnalata su Linkedin da Mauro Lupi (questo è il link diretto al post: https://www.linkedin.com/posts/maurolupi_smartwork-remoteworking-activity-6841987537280483331-eTpv) che indica come negli ultimi 2 anni la domanda di “remote work job” sia cresciuta negli Stati Uniti del 460%: https://www.glassdoor.com/research/remote-job-search-aug-2021/